Le migliori trattative si concludono negli ambienti informali. Ed ecco allora che ti ritrovi a parlare romanaccio spinto con Pino Er Macellaio … perché se a Pino fra un prestito e l’altro non ci metti un bel ‘vaffa’ in romanesco lui il prodotto non te lo compra proprio! A Pino va tutto male ed è burbero per natura come da romano doc, e ti devi incupire un po’ pure tu per guidarlo nell’acquisto. Dialetto e cultura romana sì, ma avendo ben chiaro l’obiettivo finale. C’è infatti da contestualizzare l’utilizzo del linguaggio per renderlo efficace. Ti faccio un esempio nell’uso dei diminutivi:

“le cose stanno annà npo’ mejo e per finanziare è un ottimo momento: i tassi di interesse scennono

 “le cose vanno meglio Pì e i tassi stanno un pochino calando, te serve un prestituccio?”

Nel primo caso Pino compra nel secondo no. Ci sarebbe da fare un corso solo su queste due frasi ma per farvela breve nella prima ciò che va un pochino meglio sono “le cose” e che i tassi scendono è un dato di fatto positivo! Nel secondo caso invece i tassi stanno scendendo “solo” un pochino e poi fossi in Pino penserei prestit-uccio a chi perché mi devi sminuire? Dico sempre che la parole sono fondamentali e ora iniziamo a riflettere sulla posizione della parola all’interno della frase. Il Dialetto è un fattore comune all’interlocutore, ma le parole usate bene sono sempre le stesse!